Perché i corsi stem sono vantaggiosi per bambini e ragazzi
Con l’acronimo S.T.E.M. si indicano le materie Scienza, Tecnologia, Ingegneria (Engineering in inglese) e Matematica.
Oltre alle conoscenze specifiche di ciascuna disciplina, l’apprendimento di queste materie può portare molti altri benefici, grazie alla trasmissione di skills trasversali.
Può sembrare un ambito ancora molto lontano dalla vita del tuo bambino, ma in realtà non è così!
La metodologia di insegnamento basata sul gioco è particolarmente adatta a bambini e ragazzi che, a questa età, riescono ad apprendere competenze e conoscenze in modo naturale, divertendosi.
Nell’articolo di oggi parliamo dei benefici dei corsi stem per bambini e delle loro caratteristiche.
Continua a leggere per saperne di più!
Corsi stem per bambini: perchè iscrivere tuo figlio
Seppure possa sembrarti ancora presto per introdurre il tuo bambino alle discipline scientifiche, in realtà non è così.
Avvicinare fin da piccoli i bambini alle materie S.T.E.M. li aiuta a sviluppare, attraverso il gioco, una serie di competenze molto utili per la loro vita e per il loro percorso scolastico e lavorativo futuro.
Chiaramente, i corsi stem non sono tutti uguali: oltre a differenziarsi per argomento, sono anche sviluppati in base alle esigenze dettate dall’età dei partecipanti – un bambino di 6 anni è molto diverso da uno di 12 – mantenendo come denominatore comune l’approccio attraverso il gioco e il divertimento.
Il metodo di insegnamento Young Engineers è noto in tutto il mondo con oltre 30.000 studenti soddisfatti, ed è riconosciuto dalla Harvard School of Education e dalla Commissione dell’Unione Europea.
I diversi programmi sono volti a:
- incoraggiare al ragionamento sul funzionamento delle cose
- aumentare la curiosità e la capacità di problem solving
- potenziare la concentrazione
- accrescere la comunicazione sociale ed emotiva
- rafforzare l’autostima
- ottimizzare le abilità di motricità fine
- imparare il lavoro di squadra
- abbattere le differenze di genere in ambito scientifico
- sviluppare processi di pianificazione;
- sviluppare un pensiero creativo
In questi corsi, i bambini vengono avvicinati a concetti base di programmazione, informatica e ingegneria, tutte discipline che per i primi anni di scuola – almeno fino alle scuole medie per le prime due e addirittura fino all’università per l’ultima – non vengono affrontate dal nostro sistema scolastico.
Uno dei valori chiave su cui si basa il metodo di insegnamento usato nei corsi stem è l’interdisciplinarità: l’approccio S.T.E.M. parte infatti dal presupposto che le sfide del mondo contemporaneo non possano più essere risolte con l’apporto di un’unica disciplina. Al contrario, è necessario un approccio interdisciplinare, in cui le abilità provenienti da discipline diverse si contaminano e si fondono in nuove competenze trasversali.
In particolare, nel modello delle discipline S.T.E.M. si assiste a una contaminazione tra teoria e pratica, in cui la scienza e la matematica si uniscono agli strumenti, alle risorse e alle abilità della tecnologia e dell’ingegneria, che hanno una natura più applicativa.
Le attività dei corsi stem
In primis è importante sottolineare che i corsi stem per bambini sono tenuti da professionisti formati che utilizzano metodi certificati, come nel caso del metodo Young Engineers a cui abbiamo fatto riferimento in precedenza.
Lo svolgimento di una lezione stem, poi, è sempre basato sul gioco: con l’aiuto di specifici materiali – come i mattoncini ad esempio – si incentiva il bambino alla creazione di qualcosa, dandogli come riferimento teorico una situazione a lui già nota, senza la necessità di formule o concetti troppo complessi.
Appoggiarsi a delle situazioni conosciute dal piccolo lo aiuterà ad affrontare con più sicurezza l’esercizio, dandogli dei punti di riferimento da cui partire per lo sviluppo del suo progetto.
Ogni corso, o ogni lezione, può avere un obiettivo diverso, stabilito anche in base all’età dello studente.
Ad esempio, per iniziare a trasmettere dei concetti di programmazione ai bimbi piccoli – dai 4 ai 6 anni – si possono coinvolgere nel controllo tramite tasti di un gioco che, a seconda dell’input dato, esegue delle azioni: si illumina, si muove, interagisce con il suo intorno…
O ancora, con i bambini un po’ più grandi – dai 6 ai 10 anni – è possibile fare uno step in più e, oltre a far controllare il robot, si può far costruire direttamente la tavola di controllo dalla quale partiranno poi i comandi, andando ad introdurre i concetti di algoritmo, loop o debugging.
Se vuoi dare al tuo bambino un set di skills trasversali che possano aiutarlo ad affrontare il suo futuro, non aspettare oltre!
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